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Gino Bartali - Un libro di Alberto Toscano

Gino Bartali un libro di Alberto Toscano


Un velo contre la Barbarie.jpgLa prima edizione di questo libro, vede la luce in Francia con il titolo Un vélo contre la barbarie nazie - L'incroyable destin du champion Gino Bartali .

Esce nella primavera del 2018, poco prima dell’inizio del Giro d’Italia e nasce da un progetto di Alberto Toscano, giornalista, scrittore e politologo italiano, da oltre trent’anni residente a Parigi e collaboratore di media italiani e francesi.

Prima del libro, nell'estate del 2017, il Toscano giornalista pubblica su Historia  « Bartali, un maillot jaune au cœur d’or », un articolo “laboratorio” da cui prende il via la vecchia idea di raccontare ai francesi accanto allo sportivo, il Bartali meno conosciuto: il libro ritraccia la storia del Campione, del suo impegno sportivo e soprattutto del suo impegno sociale, inquadrandolo con particolare cura nel suo periodo storico.

Alberto Toscano da tempo vuol far scoprire ai francesi oltre al ben noto campione Bartali anche l’uomo Bartali, religioso, profondamente schivo, riservato che non ama parlare di sé e tanto meno delle sue vittorie extra sportive non meno grandiose dei suoi exploits ciclistici. Questo è un Bartali infatti semi sconosciuto in Francia e Toscano non si dimentica di inserirlo nel suo contesto storico, quello di un triste periodo della Storia in generale e della storia italiana in particolare.

Una bici contro il fascismo.jpgPoco meno di un anno dopo Un vélo contre la barbarie nazie, arriva in libreria Una bici contro il fascismo. Questa versione è arricchita da nuovi particolari e anche da testimonianze non più indirette, ma raccolte da Alberto Toscano direttamente da amici e familiari di Gino Bartali.

La prefazione dello scrittore Marek Halter che apriva la versione francese cede il passo a quella del giornalista e scrittore Gianni Mura, ma la ritroviamo anche nella versione italiana come postfazione.

Il libro inizia con una introduzione dell’autore in cui sono tracciate le grandi linee della narrazione.  Questa coprirà i 700mila chilometri percorsi da Bartali in bicicletta in allenamenti e gare culminate spesso in vittorie fino alla pausa imposta dalla Seconda Guerra mondiale.

In questo difficile periodo storico, Gino ha continuato a macinare chilometri pedalando per tenersi in allenamento e «ha percorso i chilometri più importanti della sua vita e soprattutto di quella altrui», facendo il “postino” per una organizzazione clandestina impegnata a salvare in una corsa contre la montre, numerosi ebrei dalla deportazione mettendo a rischio la sua stessa vita. Ebrei nascosti in monasteri dell’Italia centrale, in attesa di documenti sapientemente falsificati che Bartali appunto trasportava nascosti nel telaio della sua bicicletta, avanti e indietro tra Firenze e Assisi.

Bartali, come Alberto Toscano ripete a più riprese, non si vanterà mai di questo e neppure lo ammetterà facilmente, anzi farà di tutto per evitare di parlarne e di dare importanza al suo operato, anche decenni più tardi. I riconoscimenti ufficiali con la Medaglia d’oro al Merito civile della Repubblica italiana nel 2005, il titolo di “Giusto tra le Nazioni” del Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme nel 2013, arriveranno postumi: Bartali è infatti morto all’inizio degli anni 2000.

Alberto Toscano incrocia la storia di Gino con la Storia e ce la racconta in un libro che si legge come un romanzo che scorre veloce come i chilometri sotto le ruote della “bici” del Campione.

Gli eventi storici narrati si amalgamano con un’Italia che si disegna e si racconta anche attraverso tanti piccoli clin d’œil legati al mondo del cinema sin dal primo capitolo che attacca d’emblée: « In principio era la bici. “O la trovi subito o nun la trovi più” dice la veggente al disoccupato Antonio Ricci, protagonista di Ladri di Biciclette splendido film e straordinario ritratto dell’Italia povera e lavoratrice dell’immediato dopoguerra. »

Un vero “Amarcord” per chi certi anni li ha vissuti o li ha sentiti raccontare così tanto da sentirli incrostati nel proprio DNA.

L’ambientazione storica di Alberto Toscano non fa solo da sfondo alla vita di Bartali e alle sue vittorie, ma, come in una sorta di altalena, Storia e Bartali, ora l’una ora l’altro, sono in primo piano, come una coppia di attori protagonisti che recitano insieme e si fanno da spalla.

Gino Bartali: Una bici contro il fascismo; bicicletta e fascismo due parole del titolo che interpellano, magari incuriosiscono ma che potrebbero lasciare perplessi. A chi è destinato questo libro? quale pubblico vuole toccare? Sicuramente chi è un fan di Bartali e un appassionato del ciclismo e della sua storia.

In realtà ha però il pregio di interessare anche chi non è particolarmente attratto dallo sport, come la sottoscritta che udendo in primis il nome Bartali aveva dubitato di cimentarsi in questa lettura.

È la riscoperta di un mondo forse lontano ma di valori universali e purtroppo anche di derive sempre di attualità.

Per l’ integralità della recensione: Rebecca Ricci, Alberto Toscano, Gino Bartali:Una bici contro il Fascismo, Italies, p.456-460


Data di creazione: 26/11/2019 18:45
Categoria: Notizie dal mondo - Dalla Francia-Rebecca Ricci Bossi
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