Antonio Vinci - Vita in Polonia

Antonio_Vinci.jpgCari amici,

dopo un mese di vita in Polonia, il bilancio è tutto sommato positivo.

Da settembre, Caterina inizierà a lavorare presso una ditta italiana che produce biciclette, in qualità di traduttrice ed interprete. Contestualmente, arrotonderà lo stipendio facendo marchette, pardon, traduzioni a casa per le altre imprese italiane della zona.

Quanto a me, la situazione è più complessa. La legislazione polacca è molto rigida verso i potenziali lavoratori stranieri, dal momento che qui la disoccupazione è forte.

Mentre ai tempi del comunismo il lavoro qui era più un dovere che un diritto, tutti cioè "dovevano" lavorare, e lo Stato-padrone dava occupazione a tutti, ora quelle stesse imprese statali riconvertite o privatizzate stentano di brutto, e di fatto sopravvivono solo quelle che possono contare su finanziamenti esteri.

Pensate che se oggi una ditta polacca vuole assumere uno straniero, deve prima comunicare questa malsana intenzione all'Ufficio di Collocamento, il quale provvederà ad affiggere una richiesta di lavoro per soli polacchi che abbiano le prerogative di quello straniero.

Se entro un mese non si presenta nessun polacco a rispondere a quell'annuncio, perdendo quindi la priorità a quel posto, solo allora possono cominciare le pratiche di assunzione per l'alieno (nella fattispecie, io).

Al momento, una software house vuole ingaggiarmi in qualità di sistemista di reti, e la settimana prossima inizierà il mese di "affissione" all'Ufficio di Collocamento. Speriamo bene.

Per il resto, troviamo collaborazione ovunque, d'altro canto qui tutto ciò che è italiano è ben visto, quasi ammirato, e per questo devo ringraziare Toto Cotugno che tanto ha fatto con le sue canzonette (qui è addirittura venerato).

La vita costa circa un terzo che da voi, a patto di non comprare pasta Barilla e vino italiano, cioè beni di lusso per pochi eletti. Il mio polacco progredisce ogni giorno, e sempre meno ricorro all'aiuto di Caterina.

Qui a Sieradz, siamo in tre italiani, io, il datore di lavoro di lei, e un terzo disperato che di mestiere fa il lettore di testi italiani all'Università; c'incontriamo quando ci sono partite alla Rai, perché costoro hanno la parabola satellitare.

Per me ancora non è arrivato il momento del rimpianto, però qualche nostalgia ce l'ho, ed in particolare per la pizza, per le verdure a foglia larga tipo spinaci, e pel torrone croccante.

Le poche pizzerie qui hanno il forno elettrico, poiché quello a legna è proibito per motivi igienici (!).

Il risultato è un oggetto cilindrico, di spessore abnorme, stipato oltre l'immaginabile (dal pollo, al pesce, ai cetrioli), il tutto ricoperto da un'orgia di ketchup. Eppure quest'oscenità si chiama "pizza" e litigando coi ristoratori, ho scoperto che la "nostra" non ha successo, viene ritenuta povera, "vuota".

Da queste parti, dopo la caduta del comunismo e l'avvento della libertà, è una corsa continua al superfluo, al di-più-che-prima-non-c'era, e quindi anche la pizza polacca è un simbolo psicologico di liberazione, oserei dire un caso sociologico, da studiare più che da mangiare.

Per ora viviamo nella casa di mio suocero, 4 + servizi, ed è una fortuna perché' gli appartamenti medi qui sono di 2 + servizi, ma le quattro figlie di mia suocera imponevano una casa grande.

Siamo quindi in cinque, noi due, i genitori di Caterina, e sua sorella minore Marta.

Completano l'allegro quadretto 3 pappagallini, cioè il novarese Oro, più gli indigeni Gracjan e Marisha.

Aspettando i -30 del lungo inverno mitteleuropeo, mi consola l'idea della calda atmosfera delle case polacche, dove l'ospite è davvero trattato come un re, e il senso della famiglia è forte come in Italia poteva essere 50 anni fa.

Quando comincerò a lavorare anch'io, ed avremo quindi certezze logistiche, cercheremo casa, non foss'altro per poter finalmente aprire i 51 scatoloni che abbiamo traslocato dall'Italia.

Per ora stiamo bene qui, ci mancate solo Voi, l'integrazione procede svelta, non ci sfiora l'idea di ripensarci, ho messo 4 chili in 1 mese, quando sculetto per strada le polacche si voltano a guardare il misterioso "nero di capelli" vestito all'italiana e mi fischiano dietro, che posso volere di più?

Fra l'altro, e chiudo, anche i funerali sono molto più economici che in Italia, pertanto mi converrà restare qui fino alla... fine.

Breve storia di Antonio Vinci

NOVARA, CLASSE DI FERRO 1962

MEDIE: PIER LOMBARDO 1976

LICEO: ANTONELLI 1981

UNIVERSITA': POLITECNICO TORINO 1987

MILITARE: S.TEN.COMPLEMENTO CAGLIARI 1988

 ITALIA (INFORMATICO): 1989-1998 MILANO

SPOSATO DAL 1996 CON CITTADINA POLACCA

EMIGRATO IN POLONIA NEL 1998

FIGLIA MARIANNA NEL 2000

LAVORO POLONIA (INFORMATICO): 1999-OGGI


Data di creazione: 30/05/2017 04:19
Categoria: - Dalla Polonia
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